Ottaviano Fabrizio Mossotti

Figlio dell’ingegnere Giovanni Mossotti e di Rosa Gola, frequentò gli studi secondari a Novara, proseguendo poi all’Università di Pavia, dove fu allievo di Vincenzo Brunacci e si laureò in fisica e matematica con il massimo dei voti il 6 giugno 1811.

Trascorse un paio di anni all’Università di Pavia come uditore, occupandosi di fluidodinamica, tentando di avere una posizione accademica, negata perché ‘straniero’ (era del Regno di Piemonte), e nel 1813 si trasferì all’Osservatorio astronomico di Brera, dove ebbe i primi successi scientifici.

Dopo i primi lavori di idraulica (avviati dal maestro Brunacci e sui quali sarebbe tornato negli anni successivi), elaborò un nuovo metodo per determinare l’orbita delle comete (citato e riassunto da C. F. Gauss); studiò la rotazione del Sole e la posizione dei pianeti rispetto all’eclittica insieme ad altre importanti questioni di meccanica celeste.

Nel 1823 la polizia austriaca venne a conoscenza delle sue simpatie liberali (aveva collaborato a Il Conciliatore con quattro articoli divulgativi sull’astronomia), di suoi contatti con seguaci di Filippo Buonarroti (capo della società segreta dei Filadelfi, esiliato a Ginevra) nonché di un suo presunto (ma mai dimostrato) coinvolgimento nei moti del 1820-21. Erano tempi in cui un sospetto era sufficiente per finire nel carcere dello Spielberg, ma quando fu convocato per un interrogatorio, fortunatamente, era in vacanza a Carpignano Sesia e Barnaba Oriani, direttore dell’Osservatorio di Brera, gli consigliò di fuggire senza presentarsi all’ufficio della polizia; così espatriò in Svizzera attraverso il Piemonte e raggiunse Londra passando per Parigi. Nel 1826 rassegnò le dimissioni dall’Osservatorio.

A Londra conobbe il celebre Thomas Young e riuscì ad ottenere un lavoro presso l’Ammiragliato e l’Ufficio della Longitudine. Per la fama dei suoi lavori fu ammesso alla Royal Astronomical Society di Londra.

Nel 1827 la situazione ancora precaria lo spinse ad emigrare in Argentina dove, per l’interessamento di alcuni amici, fu assunto come ingegnere astronomo e primo consigliere al Dipartimento Topografico di Buenos Aires, con l’incarico della direzione della Scuola pratica di topografia, passando poi come Professore di Fisica sperimentale all’Università di Buenos Aires nel1834.

Qui ebbe l’occasione di studiare l’eclisse solare del 1833 ed il passaggio della cometa di Enke e su questi argomenti inviò due memorie alla Royal Astronomical Society di Londra.

Nel 1835 fu nominato direttore dell’Osservatorio di Bologna e tornò in Italia, ma lo Stato Pontificio gli revocò la nomina, sembra a seguito dì pressioni austriache; fu indennizzato con 2500 scudi che gli permisero di vivere per un po’ a Torino.

Qui pubblicò due importanti memorie, già concepite a Buenos Aires, nella prima: Sur les forces qui régissent la constitution intérieure des corps, dell’agosto 1836, si avanza l’ipotesi che la materia sia costituita da molecole immerse in un etere indefinito, tra le molecole e gli atomi di etere agiscono tre tipi di forze (due attrattive ed una repulsiva come suggerito dalle teorie di Franklin e soprattutto di Epino); le condizioni di equilibrio dell’etere e delle molecole isolate prevedono che le molecole si circondano di un’atmosfera di etere la cui densità decresce in funzione esponenziale della distanza.

Michael Faraday rimase profondamente colpito dalla parte descrittiva della memoria, ma non riusciva a rendersi conto della correttezza della trattazione matematica, poiché essa era piena di calcoli complicati. Nel dicembre 1836 scrisse all’amico matematico Whewell per chiedere la sua opinione sui calcoli e, appuratane la validità, prese spunto da questa memoria per elaborare la XI serie delle sue Experimental Researches nel 1837.

La seconda memoria riguardava invece la tensione del vapore acqueo.

A seguito di un concorso, nel novembre 1836, fu nominato Professore di Calcolo differenziale, integrale e meccanico presso l’Università inglese di Corfù. Qui si dedica all’insegnamento e nel 1843 scrive un libro didattico, Lezioni Elementari di Fisica Matematica che soddisfaceva un bisogno sentito sia in Italia che all’estero.

Nel 1840 è eletto socio dell’Accademia delle Scienze di Torino, mentre già dal 1822 era socio della Società (poi Accademia) Italiana delle Scienze (detta dei XL) con sede a Modena.

Nel progetto di rilancio dell’attività scientifica dell’ateneo, il Granduca di Toscana lo chiamò nel 1841 alla cattedra di fisica matematica, meccanica celeste e geodesia all’Università di Pisa, cattedra che occupò però solo nel 1843 e che tenne fino alla morte.

Qui, dove ebbe tra gli allievi Enrico Betti, fu tra i fondatori della scuola matematica pisana.

Appena prima di lasciare Corfù si era sposato con Anna Sutter, che morirà di parto due anni dopo.

Tra il 1843 ed il 1848, con una serie di lavori continuò l’elaborazione della sua teoria molecolare fornendo una spiegazione della capillarità, della coesione dei liquidi, della polarità delle molecole, del loro potere isolante, del potere dielettrico di alcune sostanze.

A proposito dei dielettrici, secondo Poincaré la sua teoria influì sulla scoperta della corrente di spostamento da parte di James Clerk Maxwell che però non riconobbe mai un contributo di Mossotti.

Il modello, secondo il quale l’etere che circonda le molecole, condensandosi in modo asimmetrico, le polarizza, fu ripreso invece da Rudolf Clausius, portando all’equazione di Clausius-Mossotti.

Durante i moti del 1848, a 57 anni, comandò con il grado di Maggiore il Battaglione Universitario Toscano durante la battaglia di Curtatone e Montanara.

Nel 1857 pubblicò la Nuova Teoria degli strumenti ottici, un lavoro monumentale in quattro parti dove tra l’altro elabora una teoria delle aberrazioni che fu applicata da Giovanni Battista Amici nella costruzione di più efficienti strumenti ottici.

Di questo periodo sono pure le illustrazioni astronomiche alla Divina Commedia, raccolte in Illustrazioni Astronomiche a tre luoghi della Divina Commedia (S. Lapi, Città di Castello, 1894).

Nel 1859 fu membro della Consulta di Stato della Toscana ed il 20 gennaio 1861 fu nominato Senatore del Regno.

Alla morte ebbe dalla città di Pisa un “funerale ufficiale”, al cui corteo parteciparono i colleghi professori dell’Università, i professori del Liceo, gli studenti con la bandiera del Battaglione Universitario Toscano e vari rappresentanti di altre istituzioni pisane e fu seppellito nel Camposanto Monumentale di Pisa.

Così venne ricordato nell’Aula del Senato: La morte ci ha pure rapito il Senatore professore Ottaviano Fabrizio Mossotti, matematico di chiaro grido, uomo tanto devoto alla scienza quanto all’Italia. Anteponendo le sue convinzioni politiche alla quiete della vita fu il Mossotti costretto ne’ suoi giovani anni ad emigrare, e diffuse in straniere regioni, per pubblico insegnamento, la ricchezza di dottrina che s’era già con profondi studi procacciata … E quando suonò l’ora dei perigli guerreschi per l’indipendenza d’Italia nell’epoca quant’altra mai gloriosa e memorabile del 1848, egli si fece ardito ad incontrarli alla testa di que’ giovani che non minore fiducia aveano in lui come professore che come duce …

Gli è stato dedicato un asteroide, 4542 Mossotti.