Henrietta Swan Leavitt

Figlia di un pastore della chiesa congregazionista, George Roswell Leavitt, e di Henrietta Swan, era discendente di John Leavitt, uno dei Puritani inglesi della Colonia della Baia del Massachusetts nel XVII secolo.

Studiò all’Oberlin College, nell’Ohio dove si era trasferita la famiglia, e poi al Radcliffe Women’s College dove si laureò nel 1892, ma subito dopo divenne parzialmente sorda per un’infezione.

Nel 1895 entrò come volontaria all’Harvard College Observatory tra le donne ‘calcolatrici’ ingaggiate da Edward C. Pickering per catalogare gli spettri stellari da migliaia di fotografie (le donne al tempo non potevano lavorare direttamente ai telescopi).

Nel 1902 venne assunta (la paga delle donne era di 30 cent all’ora, meno di un impiegato e metà degli uomini) e diventò presto la sovrintendente del progetto del catalogo Draper e in particolare le fu affidato lo studio di migliaia di stelle variabili nelle Nubi di Magellano.

Nel 1908 pubblicò i suoi risultati negli Annals of the Astronomical Observatory of Harvard College notando che alcune avevano una regolarità: le più luminose (chiamate Cefeidi) sembravano avere periodi maggiori.

Nel 1912, dopo ulteriori indagini, confermò la relazione tra periodo e luminosità. La nota “Periods of 25 variable stars in the Small Magellanic Cloud” è firmata da Edward Pickering che, dopo il titolo, dice solamente ‘che è stata preparata da Miss Leavitt’!

Questa scoperta forniva un metodo per determinare le distanze delle galassie se si fosse trovata una misura di confronto. L’anno dopo, Ejnar Hertzsprung determinò la distanza di Cefeidi nella Via Lattea e con questo ‘campione’ si potevano stimare le distanze di altre Cefeidi, così Harlow Shapley determinò le dimensioni della Via Lattea e Edwin Hubble nel 1923-24 trovò variabili in Andromeda (che si riteneva allora facesse parte della nostra Galassia) e così ne calcolò la distanza ben oltre la nostra Galassia: le distanze nell’Universo si ampliarono da un centinaio a decine di milioni di anni luce, cambiando radicalmente la nostra visione dell’Universo.

I risultati di Hubble, astronomo molto famoso, erano resi possibili dalla scoperta della Leavitt, oscura ‘calcolatrice’ di Harvard: If Henrietta Leavitt had provided the key to determine the size of the cosmos, then it was Edwin Powell Hubble who inserted it in the lock and provided the observations that allowed it to be turned (David e Mattew Clark. Measuring the Cosmos, Rutgers U.P. 2004).

Oltre a ciò, Leavitt sviluppò una scala standard per le magnitudini fotografiche delle stelle accettata nel 1913 dal Comitato Internazionale per le Magnitudini Fotografiche e nota come Harvard Standard.

Non poteva ovviamente scegliere a quale ricerca dedicarsi ed eseguiva scrupolosamente i compiti a lei affidati nell’ombra degli astronomi maschi, ma era considerata da molti colleghi ‘la migliore mente’ all’Osservatorio e senz’altro la più brillante donna del tempo ad Harvard.

Il suo lavoro era spesso interrotto per motivi di salute e di famiglia, tuttavia nel 1921, quando Harlow Shapley divenne Direttore dell’Osservatorio, fu messa a capo della sezione di fotometria stellare, ma entro la fine dell’anno morì di un tumore.

Nel 1925, ignaro di ciò, il matematico svedese Gösta Mittag-Leffler volendola candidare al Premio Nobel del ’26, scrisse a Shapley, richiedendo informazioni sul lavoro sulle Cefeidi e fu allora informato della morte, risalente a quattro anni prima. Siccome il Nobel non può essere assegnato postumo, non venne candidata.

Era membro dell’Associazione delle donne universitarie americane, dell’American Astronomical Society e dell’AAAS.

Le sono stati dedicati un asteroide, 5383 Leavitt, e un cratere lunare.