Emilio Villari

Dopo aver frequentato le scuole superiori a Napoli si iscrisse a medicina all’Università di Pisa dove insegnava il fratello maggiore Pasquale, però su consiglio di Riccardo Felici passò allo studio della fisica e si laureò a Firenze.

Nel 1864 si recò a Berlino per perfezionarsi presso il laboratorio di Gustav Magnus da poco aperto alla frequentazione di giovani studiosi.

Dal 1865 al 1867 fu insegnante di fisica al Real Liceo Dante di Firenze, dove compì importanti ricerche sul ferromagnetismo e pubblicò il lavoro “Intorno ad alcuni fatti singolari di elettro-magnetismo ed alla ipotesi di Weber sulle elettrocalamite” (Nuovo Cimento, vol. 21-22, 1866, pp. 415-427).

Successivamente si trasferì come insegnante all’Istituto Tecnico Toscano, fondato da Filippo Corridi, dove avevano insegnato Gilberto Govi e Silvestro Gherardi e insegneranno tra gli altri Antonio Roiti, Adolfo Bartoli e Vito Volterra e che diventerà Istituto Tecnico Galilei e attualmente Istituto Tecnico per Geometri Gaetano Salvemini.

Fu poi nominato nel 1871 Professore di fisica sperimentale all’Università di Bologna, dove ebbe come allievo ed assistente Augusto Righi, ma nel 1889, anche a causa di polemiche per la vendita di antichi microscopi, ritornò a Napoli come successore di Gilberto Govi alla Cattedra di fisica sperimentale e Direttore dell’Istituto di Fisica e vi restò fino alla morte.

I suoi contributi più importanti sono nel campo del magnetismo, in particolare del ferromagnetismo, e a lui si deve la scoperta della variazione della suscettività magnetica in un materiale sottoposto a tensioni meccaniche (Effetto Villari).

Ideò un nuovo tipo di elettrometro a quadrante, modifica di quello di Lord Kelvin, ora al Museo di Fisica di Napoli.

Nel 1881 ottenne la Medaglia Matteucci e nel 1884 fu eletto all’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL.

Abile sperimentatore e bravo insegnante, non possedeva una altrettanto profonda cultura matematica e, inoltre, il suo carattere è descritto come tormentato, aspro e scostante, forse anche a causa degli attacchi di epilessia ai quali era soggetto. La sorella Virginia, che sposò il pittore Domenico Morelli, Senatore del Regno, lo tratteggia come ‘fortemente incline alla malinconia e alla noia’.

Tra le sue opere le Lezioni di fisica sperimentale – Elettricità e Magnetismo (2 voll., Napoli, 1902), ma anche Sul mal Governo delle nostre Università e sul modo di apportarvi rimedio e Intorno alla maniera migliore di eleggere i rettori delle Università (Bologna, 1887).

Era fratello dello storico Pasquale Villari, che prese parte ai moti del 1848 contro i Borboni e fu esiliato a Firenze, Direttore della Scuola Normale di Pisa nel 1862-64, fu poi Deputato al Parlamento (1870-76 e 1880-82), Senatore del Regno dal 1884 e, come Ministro della Pubblica Istruzione, nel 1891-92 istituì le Sovrintendenze ai Beni Architettonici ed Artistici.