Martin Lee Chalfie

Figlio di Eli Chalfie, ex chitarrista, e di Vivian Friedlen; i genitori avevano un laboratorio di abbigliamento; il nonno materno era immigrato da Mosca, mentre i nonni paterni provenivano da Brest (ora Bielorussia).

I genitori si trasferirono fuori Chicago, a Skokie, quando aveva otto anni per offrire ai figli scuole migliori e un ambiente più tranquillo. Frequentò la scuola superiore avendo come principali interessi il nuoto, che praticava agonisticamente nella squadra della scuola, e la chitarra classica, imparata prima dal padre poi da un maestro. Continua tuttora a praticarli entrambi con passione.

Era attratto dalla natura fin da bambino, leggeva libri di scienze, aveva un microscopio e un set da piccolo chimico, tuttavia affermò che non aveva mai tentato di incendiare la casa con esplosivi, come sembrava avessero fatto tutti i suoi futuri colleghi.

Alle scuole superiori i corsi di scienze non lo avevano appassionato, a parte un corso di chimica avanzata, tenuto da un insegnante inglese ospite, e con soli undici studenti, dove diceva di essersi molto divertito.

Nel 1965 si iscrisse ad Harvard, indeciso sul corso di laurea, e perse l’occasione di avere una borsa di studio dalla casa farmaceutica Searle (con sede a Skokie) proprio perché onestamente dichiarò che non aveva ancora deciso di seguire studi in scienze.

Frequentò i corsi di matematica dei primi due anni, ma presto capì che non voleva scegliere quella strada e si orientò sulla biochimica, che rispetto alla biologia permetteva di utilizzare meglio le competenze di matematica acquisite.

Per laurearsi erano necessarie esperienze di laboratorio che iniziò a Chicago in estate con il Dr. Paul Kohn al Dipartimento di Biochimica dell’Università dell’Illinois, poi l’estate successiva con Klaus Weber ad Harvard, ma le esperienze assegnate fallirono, dopo ripetuti tentativi, anche perché non voleva chiedere aiuto a nessuno, per cui, ritenendosi inadatto, decise di abbandonare del tutto i corsi di scienze, eccetto uno di fisica, e prosegui fino alla laurea con corsi di legge, teatro e letteratura russa.

Tuttavia aveva frequentato il corso di Fisiologia Cellulare di Woody Hastings, un pioniere degli studi sulla bioluminescenza e uno dei ricercatori che studiava la GFP, il quale gli assegnò una tesina che riguardava l’adenosina monofosfato ciclico (AMP ciclico) e misure con la camera di Ussing (un dispositivo utilizzato per misurare il trasporto di ioni), argomenti che gli sarebbero tornati utili alcuni anni dopo.

Gli anni del college (1965–1969) erano quelli delle lotte per i diritti civili, delle proteste studentesche contro la guerra in Vietnam, che condivideva, e partecipò anche a scioperi contro gli interventi della polizia nel campus, pur non essendo un attivista.

Aveva continuato anche l’attività di nuoto agonistico ed era capitano della squadra di Harvard.

Dopo il college, non avendo idea di come proseguire gli studi e deluso dalle scienze, si iscrisse a sociologia che abbandonò dopo un semestre, quindi fece vari lavori saltuari, come vendere abiti per la ditta dei genitori o organizzare concerti rock estivi nei parchi di Cambridge. Per due anni poi insegnò alla scuola superiore Hamden Hall Country a Hamden, Connecticut, varie materie come chimica, algebra e scienze sociali.

Durante l’estate una sua collega, insegnante di biologia, lo indirizzò ad un amico che lavorava alla Yale Medical School, José Zadunaisky, che gli propose una ricerca sul trasporto di ioni cloruro nella retina di rana con la camera di Ussing. Ricordando il suo lavoro ad Harvard di tre anni prima chiese se era coinvolta l’AMP e quando Zadunaisky partì per una collaborazione in Francia, invece di fare quanto indicato, trovò un collega interessato all’AMP e intraprese una differente ricerca, per la prima volta cercando l’aiuto e la collaborazione di altri ricercatori, il che portò alla sua prima pubblicazione e soprattutto lo fece tornare all’idea di una carriera in scienze.

Lasciò quindi l’insegnamento, molto gradito per il lavoro con gli studenti, ma non per i rapporti con l’amministrazione e i colleghi, e si iscrisse per il dottorato a Harvard al Dipartimento di Biologia, ma fu dirottato a quello di Fisiologia.

Qui trovò un ambiente molto collaborativo e stimolante, ma anche amichevole e divertente e il suo relatore di tesi, Bob Perlman, lo incoraggiava e lo considerava più un collaboratore che uno studente. Conseguì il Ph.D. nel 1977.

Intendeva continuare una ricerca sperimentale, e un suo amico del tempo della scuola superiore, Bob Horvitz, lo convinse ad andare con lui a Cambridge in Inghilterra a lavorare con Sydney Brenner al Laboratorio di Biologia Molecolare (LMB).

Qui trovò un ambiente eccezionale e iniziò a lavorare sul nematode Caenorhabditis elegans (C. elegans), insieme a Sydney Brenner, John Sulston, Bob Horvitz (i tre ottennero il Nobel 2002 per la Medicina e Fisiologia proprio per i loro studi sul C. elegans) e pubblicò sette lavori, anche se con molto ritardo per la sua tendenza a procrastinare la pubblicazione.

Nel periodo di Cambridge, oltre al lavoro di ricerca, frequentava pub, teatro e cinema, e continuava a nuotare e suonare la chitarra in serate folk con amici.

Lasciò Cambridge nel 1982 per un posto al Dipartimento di Biologia della Columbia University a New York e continuò gli studi sul C. elegans, sulla sua sensibilità sensoriale e sui mutanti.

Nel 1988, ad un seminario di Paul Brehm su organismi bioluminescenti, conobbe la GFP ed ebbe l’idea di utilizzarla come marcatore dell’espressione genica con una serie di esperimenti riportati poi nella pubblicazione Green fluorescent protein as a marker for gene expression (Science, 263, 802-805, 1995) uno dei 20 lavori più citati nel campo della Biologia Molecolare e Genetica e che ha fatto ottenere al verme fluorescente la copertina di Science. Per questi lavori, ben descritti nella Nobel Lecture, ottenne il Nobel del 2008.

Nel frattempo aveva sposato una ricercatrice del suo laboratorio, Tulle Hazelrigg, dalla quale ha avuto una figlia, Sarah, nel 1992. Ricorda spesso che, quando chiese alla moglie il permesso per citare suoi risultati non ancora pubblicati nel lavoro del 1992, lo ottenne in cambio di ‘fare il caffè, cucinare la colazione e vuotare la spazzatura per un mese’.

Continua tuttora a lavorare sui meccanismi sensoriali del C.elegans insieme a numerosi studenti, dottorandi e ricercatori.

Ha pubblicato più di 100 lavori ed è stato eletto all’Accademia Nazionale delle Scienze nel 2004.