Augusto Righi

Frequentò le Scuole tecniche e poi l’Istituto Tecnico dove ebbe Antonio Pacinotti come insegnante di fisica. Si iscrisse all’Università di Bologna dove frequentò quattro anni di matematica per passare poi ad Ingegneria civile, nella quale si laureò nel 1872.

Nella sua tesi di laurea, sperimentale, realizzò una macchina elettrostatica ad induzione che viene considerata il modello di riferimento per la macchina di van de Graaff, costruita 60 anni dopo.

Nel 1873 ottenne la cattedra di fisica del suo maestro Pacinotti all’Istituto Tecnico e nel 1875 vinse un premio di 1000 lire dell’Accademia delle Scienze di Bologna per i suoi studi.

Nel 1878 presentò all’Esposizione Universale di Parigi un modello di telefono innovativo rispetto a quello brevettato da Bell l’anno prima, infatti vi compare un vero e proprio altoparlante, ma non ottiene il successo commerciale sperato.

Intraprese la carriera accademica insegnando dal 1880 al 1885 a Palermo, dove ebbe come allievo Orso Maria Corbino, poi Ministro dell’Istruzione Pubblica e Direttore dell’Istituto di fisica di Roma al quale rimase per sempre molto legato.

Passò poi a Padova fino al 1889 quando ritornò a Bologna dove rimase tutto il resto della vita.

I suoi contributi scientifici furono essenzialmente sperimentali, esposti nelle oltre 250 pubblicazioni scritte in stile chiaro, logico, con il minimo di matematica richiesto.

Nel 1880 scoprì e studiò l’isteresi magnetica, prima di Warburg a cui di solito viene attribuita, indagò poi dettagliatamente l’effetto scoperto da Hall poco prima (effetto Hall) e scoprì nel 1887 l’analogo effetto termo-magnetico (effetto Leduc-Righi).

Nel 1888 scoprì che una lastra conduttrice colpita da luce ultravioletta si caricava positivamente (lo chiamò effetto fotoelettrico), come sospettato, ma non accertato da Hallwachs qualche mese prima indagando sul fatto, già segnalato da Hertz l’anno precedente, che la luce ultravioletta faceva abbassare il potenziale di scarica tra gli elettrodi di una macchina elettrostatica. I tre quindi possono essere considerati insieme gli scopritori sperimentali dell’effetto fotoelettrico spiegato poi da Lenard e infine da Einstein nel 1905.

Affascinato da sempre dalle scariche elettriche (anche dal fulmine di cui diede una delle prime documentazioni fotografiche scientifiche) si dedicò allo studio sistematico delle onde elettromagnetiche dopo le prime esperienze di Hertz del 1887.

Considerando le onde usate da Hertz, lunghezza d’onda 66 cm, poco adatte per studi sperimentali, realizzò un oscillatore a 3 scintille con il quale produrre onde di lunghezza d’onda 2,5 cm, e potè verificarne tutte le proprietà di riflessione, rifrazione, interferenza e polarizzazione, aprendo così il campo delle onde corte e delle microonde.

I suoi studi sulle onde elettromagnetiche vennero raccolti nel volume L’ottica delle oscillazioni elettriche del 1897.

Indagò anche sulla trasmissione a distanza delle onde e, usando specchi parabolici, realizzò una distanza di 25 m, probabilmente la massima lunghezza dei corridoi dell’istituto di fisica di via Irnerio a Bologna (che ora prende il suo nome).

Non si hanno prove, ma solo testimonianze indirette, che abbia pensato ad un sistema di telegrafia senza fili, ma proprio in quegli anni Guglielmo Marconi, un giovane di buona famiglia, senza una regolare carriera scolastica, poté assistere alle sue lezioni e, grazie alle amicizie di famiglia, ottenne di poter usare il suo laboratorio.

Marconi capì la portata e le possibilità del sistema oscillatore-ricevitore e, perfezionando tutti i componenti, introdusse l’antenna e la terra realizzando la trasmissione a grandi distanze con onde lunghe.

Le strade di Righi e Marconi si separeranno per sempre dopo il 1896 e Righi si dedicherà allo studio sistematico dell’effetto scoperto da Zeeman nel 1897, sull’influenza dei campi magnetici sulla luce.

Negli ultimi 20 anni, sempre indagando sui tubi a scarica, pretese di avere scoperto un nuovo tipo di radiazione, che chiamò ‘raggi magnetici’: materia ionizzata che costituiva secondo lui un ulteriore stato della materia. Tali ricerche, come al solito dettagliate e raffinate dal punto di vista sperimentale, non portarono a nulla di concreto ed anzi furono smentite da vari autori successivi.

Forse l’insistere su tali ricerche gli fece perdere quel credito guadagnatosi precedentemente, che lo aveva portato in numerose occasioni alla candidatura a quel Premio Nobel che ardentemente desiderava. Forse a ragione, se tanti premiati hanno ricordato i suoi contributi essenziali nei loro discorsi celebrativi, come Lorentz e Zeeman nel 1902, Lenard nel 1905, Marconi e Braun nel 1909 e Einstein nel 1921.

Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e delle principali accademie estere, nel 1905 fu premiato dalla Royal Society di Londra e successivamente fu nominato membro dell’Accademia di Uppsala in sostituzione di Lord Kelvin.

Nel 1905 fu nominato Senatore del Regno per meriti scientifici.

Dal 1900 passava le sue vacanze estive a Montese, nell’Appennino modenese, dove ospitò tra gli altri il musicista Ottorino Respighi e il poeta Giosuè Carducci, e dove fu anche consigliere comunale.