26 settembre 2020

Un amico è prezioso perché in ogni momento puoi condividere con lui un’emozione, un’immagine, un suono ma anche una preoccupazione o una gioia. A un certo punto ti accorgi che vorresti farlo ancora ma non puoi, non c’è più. E allora deglutisci, mandi giù un boccone un po’ amaro.

Riaffiorano i ricordi, anche di passioni calcistiche comuni. Il 5 maggio pomeriggio del 2002 con Antonio ci scambiammo solo una frase al telefono: andiamo male.

Antonio era un amico conosciuto al mio primo congresso AIF nel 1991 e con cui ho trascorso i primi istanti di questo secolo, un amico colto e prezioso per me e per l’AIF, un compagno di viaggi e di momenti felici e anche di arrabbiature. Rimorso per non averti aiutato di più quando avevi bisogno.

Credo di poter aggiungere al mio i nomi di Rita, di Silvano, di Carla, di Alberto, di Ale, di Ottavia e di tutti i colleghi dell’AIF e delle associazioni europee nel ricordarti e ringraziarti della tua amicizia e del tuo impegno, a un anno da quando ci hai lasciato.

Giorgio

La foto: assieme all’amico Maigret a Liegi, Congrés des sciences 2015

 GH

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